Urbisaglia e il Parco Archeologico di Urbs Salvia

Tra il Fiume Fiastra e il suo affluente Entogge, c’è un piccolo gioiello che spunta silenzioso da una collina: è Urbisaglia, borgo medievale che abbraccia tutta la vallata circostante, dal mare ai Monti Sibillini.

La Storia

Una città dalle mille storie che aspettano solo di essere scoperte e ascoltate.

Città della V Regio Augustea, l’antica Urbs Salvia si trovava all’incrocio di due importanti strade: quella che univa Firmum (Fermo) a Septempeda (San Severino Marche) e Ricina (Macerata) ad Asculum (Ascoli Piceno).

In epoca romana fu prima municipio e poi colonia.
E qui nacquero anche importanti personaggi dell’impero che contribuirono a ornarla con monumenti di cui ancora oggi è possibile apprezzare i resti.

Nella prima metà del V sec. fu distrutta dai Visigoti.

Ce ne parla anche Dante nel XVI canto del Paradiso:



Se tu riguardi Luni ed Urbisaglia
come sono ite e cie se ne vanno
di retro ad esse Chiusi e Senigallia
Udir come le schiatte si disfanno
non ti parrà nova cosa né forte
poscia che le cittadi termine hanno.

La Rocca

Qualche secolo dopo questa invasione Urbisaglia costruì quello che oggi è il suo simbolo più famoso: la Rocca.


A forma di trapezio con quattro torri angolari e un mastio, oggi è testimonianza dell’elevato valore culturale della città. La visita alla Rocca di Urbisaglia è il racconto delle due anime di questo monumento: da un lato la natura difensiva dagli attacchi esterni, dall’altro quella di controllo e repressione di un’eventuale ribellione interna.

All’esterno della Rocca si possono osservare ancora gli strumenti usati per espugnarla; mentre all’interno tutti i vari apparati difensivi: troniere per le bombarde, feritoie da moschetto, sistemi per la difesa piombante e ficcante.

Dall’antico camminamento di ronda si scoprirà la vasta area controllata dalla Rocca e sarà possibile cogliere la struttura dell’antico borgo medievale di Urbisaglia.

Dalla Rocca, che come un’imponente sentinella veglia sui campi e le colline, il percorso di visita del Parco Archeologico, che si snoda attraverso strade e sentieri che si aprono su inaspettati e suggestivi scenari, consente di cogliere nella sua interezza la struttura di una tipica città romana.

Il Serbatoio dell’acquedotto

Nel punto più alto dell'antica città romana è collocato il Serbatoio dell’acquedotto, due gallerie parallele che rifornivano d’acqua la città sottostante;

più in basso, scendendo per un suggestivo scenario naturale, ecco che ci si immerge lentamente nel Parco Archeologico di Urbisaglia, un enorme palcoscenico di oltre 40 ettari in cui la storia e i fasti dell’antica dominazione romana, si svelano agli occhi del visitatore con la naturale semplicità delle cose straordinarie: il Teatro, uno dei più grandi d’Italia, scenografico raccordo dei vari livelli della città;  la maestosa area sacra, costituita da un tempio minore e da un grande Tempio con criptoportico affrescato; e  infine, al di fuori dell’imponente Cinta muraria, ecco l’immenso Anfiteatro fatto costruire da Lucio Flavio Silva Nonio Basso alla fine del I sec. d.C.: circondato da alberi secolari, come un largo abbraccio, ti avvolge e ti sorprende.